martedì 26 novembre 2013

Prestigiosi esponenti del milieu culturale italiano si stanno in questi giorni interrogando, con poche eccezioni, su due temi che mi attanagliano (?) assai: l'ultimo libro di Fabio Volo e la trasmissione televisiva Masterpiece.
"La strada verso casa", il nuovo romanzo di Volo, sta vendendo un fottio di copie, così come accadde per i precedenti. "Certo, proprio in virtù dell'enorme successo, trattasi di letteratura di basso profilo", sentenziano dal gotha; "letteratura?!", rincarano dal gotha.2.
Siccome io in questa classe di esegeti non ho compagni di banco, ma ho solo compagni di bianco, me ne disinteresso parimenti assai, perché sono persuaso che, chi lo desideri, possa acquistare un libro di Fabio Volo senza sobbarcarsi anche il patema di doverlo nascondere quando è in pulmino, sia mai che incontrasse qualcuno del gotha, o qualcuno del gotha.2, che gli chieda conto di cosa stia leggendo, se letteratura alta o bassa. E poi, detto tra noi due, cioè tra me che scrivo e me che rileggo, se il libro di Volo vende tanto, tantissimo, buon per lui, i pannolini costano una cifra.
Masterpiece? (il talent di Rai Tre sulla scrittura): "ma per favore, no!, orrore!, Masterpiece proprio no! Stilo (e tanti) allo sbaraglio! La letteratura non può, non deve deformarsi in uno show! La selezione degli autori, anzi, degli Autori, non può essere affidata ad una giuria che deve risolvere il programma con formule ritrite mutuate dal mondo dello spettacolo al solo fine di incrementare l'audience e quindi, tout court, di abbassare il livello culturale e poi..., e..., e...". E cosa? E schiaccia 'sto cazzo di tasto del telecomando e gira, e il predicozzo fallo ai figli tuoi.
"No, Masterpiece davvero no". La Scuola Holden invece sì.
Ci si rassegni, dunque; Claudio Magris interviene poco ed il resto del milieu culturale italiano è a corto di argomenti. Ricicla pizze già masticate tempo fa (il penultimo libro di Fabio Volo, il precedente, popolare, talent show). Il bolo, insalivato e digerito è stato espulso, ma il gotha, imperterrito, ritorna col medesimo menù. Mi vengono alla mente parole dello scrittore ungherese Sándor Márai (1900-1989) Sull'orlo del baratro, una civiltà rimescola ogni cosa, organizza un recycling dei valori. A Pest questo procedimento si chiama "rimestare la merda".

Senza riferimento alcuno. Ci siamo dentro tutti. Anche a rileggere Proust.

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