domenica 27 ottobre 2013

Una rivista d'evasione di quarta categoria mi offre una manciata di euro in cambio di qualche battuta "veramente irresistibile". Siccome il mio frigo è quasi vuoto, accetto.
Si narra che anche Carlos Kleiber facesse così; il grandissimo direttore d'orchestra, infatti, pare accettasse nuovi ingaggi solamente quando il cibo scarseggiava nel congelatore. Bene.
La scadenza per l'invio dei testi si avvicina, tuttavia di battute veramente irresistibili non compare neanche l'ombra; gli adorati spuntini consumati sul divano si allontano sempre più.
Niente paura. Dovete sapere che quando sono alla ricerca di battute veramente irresistibili e mi manca il tempo, la voglia o la capacità di confezionarle personalmente, so dove trovarle a colpo sicuro: nella rubrica che la Federcaccia tiene saltuariamente su di un quotidiano locale. Impossibile sbagliare, credetemi, mai una delusione. Il materiale è abbondante e l'unico lavoro da compiere è la selezione delle battute veramente irresistibili che compaiono nel testo.
In questa occasione, ad esempio, a causa dell'esiguità dello spazio assegnatomi dalla rivista, non ho potuto prendere in considerazione lo sfogo che un cacciatore ha inviato sotto forma di Lettera al Direttore al medesimo quotidiano sul quale si trova lo scrigno delle freddure. Le sue doglianze vertono, come al solito, su tutti quegli ingiusti impedimenti che inibiscono il pieno e incontrollato godimento della sua passione: sparare a quanti più uccelli possibile in qualsiasi stagione ed in ogni dove. Il prode lamentoso si riferisce, cioè, a quelle inique leggi nazionali ed europee che regolano la materia. Il lamento termina con un appello/invocazione di profonda e rara ispirazione : "Il problema principale però è uno solo: la lotta ancestrale tra i misteri suggestivi della vita rurale, la sua economia, la sua poesia, (che lui ben conosce perché la frequenta armato) la sua fatica e le sue leggi naturali contro il declino, l'egoismo e l'individualismo illuminista e relativista della vita cittadina e industriale". (Che lui ben conosce perché ha frequentato un master sul tema).
In chiusura, da vero esperto nella stesura di testi comici, compare lei, la battuta veramente irresistibile: "E noi purtroppo, rurali nell'anima, stiamo perdendo". (Sottolineatura mia).
Grazie, "rurali nell'anima" è un bijou che offusca la gloria di Macario; ovviamente ne ho preso nota, in un prossimo futuro tale gemma potrebbe valere almeno tre merende.

Essendo, come vi ho detto, la vis comica dei cacciatori, loro malgrado, inesauribile, si tratta ora di selezionare un paio di "perle" dalla imperdibile rubrica citata al fine di guadagnarmi un pasto. Non sarà difficile.
Chi, al pari dei volatili, è preso di mira dai cacciatori in una situazione che l'autore delle battute definisce come: "... un clima socio-culturale che tende sempre più verso l'annientamento delle tradizioni popolari e degli antichi valori rurali"? Chiunque sia contrario alla caccia, ovviamente, singoli o associazioni: questi scalmanati, incomprensibilmente ed ingiustificatamente contrari alla barbarie, sono descritti come "... una società pervasa dall'animalismo, che altro non è se non un fenomeno emozionale, irrazionale. Noi cacciatori dobbiamo riportare la gente a una consapevolezza di tipo razionale, consistente innanzi tutto nell'atto del rendersi conto che il mondo venatorio è una risorsa ecologica e culturale indispensabile." Poi, forse al fine di potenziare questo ridicolo iperuranio sociologico, arriva lei, la battuta veramente irresistibile: "Pecchiamo ancora per quanto riguarda il lato della dimostrazione scientifica, ma rimedieremo...". Grazie, la scorta alimentare si avvicina...
Non desidero forzare l'esegesi del testo, ma: "Pecchiamo ancora per quanto riguarda il lato della dimostrazione scientifica", lo interpreto così: diciamo e facciamo un sacco di vigliaccate, spesso in totale spregio delle leggi che tentano di regolare la materia spacciandole per "cultura venatoria" o "tradizioni popolari", ma non importa ragazzi, nessuno è perfetto, finché qualche politico in cerca di quattro voti ci sostiene, avanti così, rurali nell'anima...
E una è andata; per trovare la seconda battuta veramente irresistibile è sufficiente attendere la comparsata nel numero successivo della rubrica; con trepidazione, ovviamente, ne va delle vivande...
Nel mentre apprendiamo che i "migratoristi" hanno definito a livello unanime e con angoscia la scorsa stagione venatoria come di "lacrime e sangue". Per loro, si intende...
Quindi sul nuovo numero il comico di turno ci informa che: "... abbiamo apportato alcune modifiche al nostro statuto. Modifiche necessarie per adeguarci alle normative fiscali e per il riconoscimento giuridico da parte della Regione, necessario per poter ottenere - udite udite - il 5 per mille e tutte le facilitazioni delegate alle associazioni onlus".  Ora, ditemi voi se questa non è una battuta veramente irresistibile... Perché accedere al 5 per mille da parte dei cacciatori significa, a scanso di equivoci, che si estraggono a sorte 5 cacciatori su mille ai quali gli altri 995 spareranno una rosa di pallini nelle chiappe, giusto per vedere l'effetto che fa. D'altronde nessun organismo cellulare che produca almeno tre sinapsi potrebbe immaginare che si stia facendo riferimento a quella quota IRPEF che lo Stato distribuisce a favore degli enti che svolgono attività socialmente utili. O no?
Vogliono essere riconosciuti come ONLUS (Organizzazione non lucrativa di utilità sociale)!? Ma che fai, me cojoni?
La richiesta, oltreché stolta, è immorale e persino sacrilega: appare difatti ovvio ai più che nessun portatore di morte per diletto possa essere assimilato a chi partecipa, promuove o sostiene  attività socialmente utili. Ma, come detto, ciò è noto solo ai più.

Requisiti dello statuto o atto costitutivo (da Wikipedia)

Al fine di acquisire la qualifica di ONLUS è necessario che lo statuto o l'atto costitutivo dell'ente, redatto nella forma dell'atto pubblico o della scrittura privata autenticata o registrata, prevedano espressamente:
- lo svolgimento di almeno una delle seguenti attività:
assistenza sociale e socio sanitaria;
assistenza sanitaria;
beneficenza;
istruzione;
formazione;
sport dilettantistico;
promozione e valorizzazione dei beni culturali;
tutela e valorizzazione dell'ambiente;
promozione della cultura e dell'arte;
tutela dei diritti civili;
ricerca scientifica di particolare interesse sociale, come definita dal d.P.R. 14 giugno 2003, n. 135;
- l'esclusivo perseguimento di finalità di solidarietà sociale; eccetera, eccetera.

Si può sin troppo facilmente prevedere che "sport dilettantistico" e "tutela e valorizzazione dell'ambiente" siano le attività nelle quali gli allegri migratoristi, capannisti e bracconieri si sentano meritoriamente inclusi. Dove, ad esempio, per sport dilettantistico si intende sparare 35 grammi di piombo ad un uccello che di grammi ne pesa 25, mentre riempire il terreno di piombo è il loro particolare, personalissimo modo di interpretare la tutela e valorizzazione dell'ambiente.

"...sulla base di questi conteggi, il piombo riversato ogni anno nell’ambiente è stato valutato in 25.000 t (Consiglio, 1990)...
... A titolo esemplificativo si riporta il conteggio del quantitativo di piombo disperso in provincia di
Brescia, una realtà dove si registra un’elevata densità venatoria e per la quale sono disponibili dati dettagliati sul numero di capi abbattuti, suddivisi per tipologie di caccia...
...Al termine del calcolo, è risultato che nel corso della stagione venatoria 2005/2006 sono state disperse tra le 40 e le 60 t di piombo, corrispondenti ad una media di 1.300-2.000 g a cacciatore. Per le modalità con cui sono stati scelti i parametri per effettuare il computo, si ritiene questo risultato il più conservativo possibile.
... I suoli inquinati rappresentano un’importante via di contaminazione per l’uomo, per tramite delle colture agricole destinate all’alimentazione umana; in corrispondenza di terreni abitualmente frequentati dalle persone, l’assunzione può avvenire anche direttamente per ingestione di polveri, cosa che si verifica di frequente nel caso dei bambini (Mielke e Reagan, 1998).
... La tossicità del piombo e dei suoi composti è nota da alcune migliaia di anni, tuttavia solo di recente si sono compresi meglio gli effetti delle esposizioni a bassi livelli di concentrazione...
... Una volta penetrato nelle cellule, il piombo causa disordini metabolici che provocano effetti su diversi apparati (nervoso, respiratorio, escretore, digerente, circolatorio, endocrino); inoltre si sospetta che possa determinare l’insorgenza del cancro".
(ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - Il piombo nelle munizioni da caccia: problematiche e possibili soluzioni - Alessandro Andreotti e Fabrizio Borghesi
Rapporto realizzato su incarico del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, 2012)

Ringraziamo di cuore, cari comici migratoristi, capannisti e bracconieri per l'inedito contributo volto a tutelare e valorizzare l'ambiente. Il prezioso residuo del vostro lodevole diletto (piombo) generosamente donato all'intera comunità, vi spalanca le porte della galassia dell'associazionismo utile e responsabile.
Diciamo piuttosto che la risposta, ammesso che la demenziale richiesta venga effettivamente avanzata, potrebbe semplicemente essere palindromica: ONLUS - SUL NO !!

Il finale della farsa è dedicato alle guardie venatorie "Queste non sono in possesso di un regolamento vero e proprio, operano al di fuori del coordinamento provinciale e spesso invece di essere ben visibili, cioè in divisa, cercano di stanare il cacciatore vestendosi in borghese o rendendosi riconoscibili il meno possibile".
Si capisce, è il pieno rispetto della legge ed il loro comportamento irreprensibile (spesso millantati su detta rubrica) che fanno muovere questo rilievo. Intendono dire, in breve, che gradirebbero tanto  ricevere dalle guardie venatorie una telefonata di cortesia del tipo: "caro cacciatore, domani lascia a casa gli archetti, occulta per tempo le specie non cacciabili ed i capi in eccedenza abbattuti perché forse passiamo...".

Cercavo un paio di battute veramente irresistibili ed invece ho trovato una miniera di buffonate, di codardia e di falsità che generano effetti nefasti, mortiferi e deleteri per l'intera comunità.

Domenica 15 settembre è iniziata la mattanza, ma loro la chiamano "prelievo".

giovedì 17 ottobre 2013

Gentili Editori


Gentili Editori,

ho letto con montante interesse i contenuti del sito della Vostra Casa Editrice. 
Di seguito riporto (in sintesi e solo l'eccellenza) quanto Vi pregiate di esporre. (A margine, le mie brevi  riflessioni).

Chi siamo
La XXXXX Edizioni nasce dall’incontro di XXXXX e XXXXX, incontro che c’era già stato alla nascita visto che siamo coetanei e cugini di sangue. (Bene; notizia gravida di senso ai fini editoriali. Rispettosi saluti agli zii).
L’incontro è tale perché dopo diverse esperienze lavorative, chi nel marketing e nella comunicazione, chi nel giornalismo e nel mondo editoriale, (di lavorare non se ne parla proprio vero?) e diverse dimore lungo l’intero stivale, (sfratti per morosità, immagino) entrambi decidiamo di fare quello che più ci piace: vivere dei e nei libri. (... come dei segnalibri, mi figuro la fatica).
La XXXXX si dà come vessillo da innalzare ( ... ) con tutte le derive che da esso possono scaturire: macchia epidermica, tumore in nuce, simbolo di fascino o di bruttezza, elemento nuovo, inatteso, fattore che altera e destabilizza. (Ma l'avete già detto agli zii?).

Siamo dell’idea che dietro ogni opera ci sia la voglia di dire, di raccontare, e, ancora prima, la voglia di pensare. (Pensiero molto originale, ma non inedito: nel Neolitico, ad esempio, i pitoti della Valcamonica, graffiti preistorici scolpiti dall'uomo sulle rocce, già esprimevano le voglie di cui sopra; poi il movente secolare della storia della scrittura, poco prima che ve ne accorgeste).

Da questo covo abbracceremo ogni vostro pensiero, lo valuteremo, ne sonderemo le possibilità, lo faremo nostro. (Una minaccia?).

La teoria del XXXXX.
L’assunto è:
la democrazia è un’utopia, dunque irrealizzabile nella sua pienezza.
(Mediocre assonanza nella prima parte del periodo, misterioso il senso della seconda: forse andavano utilizzate in documenti diversi).
Alla domanda E’ possibile raggiungerla, la risposta è No. Ma ci si può provare. (D'accordo, in questo caso un bianco fresco può aiutare).
Due gli elementi che la teoria considera:
1. la distanza che ci separa dal pieno raggiungimento della democrazia

2. la tensione che spinge verso questo obiettivo
(3. Di cosa si parla?).
Non c’è relazione proporzionale, certo è che laddove la tensione è maggiore, maggiore è la possibilità di approssimazione.
Tensione e distanza, dunque.
La teoria dice che è nell’espressione che la democrazia deve trovare la sua più approssimata realizzazione. Non libertà d’espressione, ma democrazia nell’espressione.
Superamento di ogni struttura, regola, forma o inganno che simulati minano l’approssimazione, infiacchiscono lo slancio. Superamento del canovaccio, annientamento del pensiero unico, messa a bando del politicamente corretto. (Bene, adesso si capisce).

Questo la teoria vuole. (Aridaje con 'sta teoria).
La teoria dice: messa a bando dell’irruzione del marketing nel tessuto stesso dell’espressione.
Perché:
lo scrittore è un esploratore
il lettore è un esploratore
lo scrittore è uno straniero
il lettore è uno straniero
lo scrittore è il popolo
il lettore è il popolo
(Alla solfa difettano alcune combinazioni:    il popolo è un esploratore
                                                                      un esploratore è uno straniero
                                                                      lo straniero è un popolo
e temo anche altre. Inserendo punti esclamativi ed interrogativi, risulta pure possibile moltiplicare la sequenza).

Il lettore non è un consumatore: è il contraddittorio vibrante alla pagina narrante. (Finalmente una rima!)
E’ il corpo entro cui gli elementi antitetici della significazione trovano la propria sintesi.
(Ci si riferisce, mi auguro, al ripieno nella gallina).
Che gli scrittori lo sappiano, perché sono gli eletti alla rappresentanza.
La teoria vuole che il lettore sia l’habitat del testo. Non il contrario.
Lo scrittore, l’eletta guida tibetana.
La teoria del XXXXX non cerca l’acquirente ma il lettore. (D'accordo, chi non ha mai rubato un libro?).
Un lettore che cerca la sorpresa non la conferma.
La teoria dice: esplosione e frammentazione di pensieri e teorie, di vissuti e narrazioni, di espressioni in contrapposizione ed antitesi. (Poi, la mattina seguente, digiuno).
La teoria vuole dissacrazione, ironia, cinismo, causticità.
La teoria vuole chirurgia. (Questa tenetela a mente da ripetere come un mantra all'anestesista quando sarà il momento).
Elogio dunque della periferia, del pensiero deterritorializzato, del demodè, del desueto.
(1 Allitterazione criptica e modesta. Lo scolastico: "il pietoso pastor pianse al suo pianto", del   Tasso - Gerusalemme liberata, VII, 16 - è decisamente meglio;
2 si scrive "démodé").

Tendere al riso, all’umorismo, per cogliere il dolore nelle sue periferie, non nei suoi centri controllati e controllabili. Elogio alle macchie endemiche, ecdemiche, congenite, acquisite, tumorali, vezzose, sull’epidermide dello scibile.
(E' possibile, ma con l'impegnativa del medico curante).
Questo la teoria vuole. (Aridaje con 'sta teoria).
La teoria del XXXXX dice a creatori e fruitori: i viaggi della mente hanno pari dignità dei viaggi del corpo: chiusi in casa o smarriti nel mondo, gli orizzonti non cambiano.
(A supporto della tesi, Cita dice a Tarzan: fuori capanna piove e io bagno, dentro asciutto, tu spiega me).

Questo è un buon passo verso la democrazia. (Può essere, nel dubbio non fatene altri).

Linea editoriale
CERCHIAMO OPERE VISCERALI, AMORALI, IRRIVERENTI, DISSACRANTI.
Puntiamo a raccogliere un ventaglio di idee provocatorio e caoticamente organico capace di approdare ad un’offerta editoriale che incarni il marasma universale. (Tipo il catalogo Postal Market?).
Predisposti verso il laicismo dispotico, il cattolicesimo morboso e tutti i fautori del nichilismo ecumenico, amiamo incondizionatamente chi è in grado di fare del disincanto contemporaneo un’arte dalle accezioni poetiche.
(C'era un mio amico che la pensava più o meno così: ha preso fuoco. D’improvviso, veramente. Era seduto alla scrivania e redigeva appunti sul tema di cui sopra. Chiesi: "dov'è Paolo?" "Avvolto dal fuoco" mi risposero).

Alla violenza ostentata, gratuita, conclamata preferiamo quella concettuale, meditata, intimistica.
Apprezziamo il coraggio, la volontà di mettersi in gioco totalmente e auspichiamo una letteratura priva di dettami e condizionamenti, di ipocrisie e riverenze, di tradizionalismi e prudenza.
Accettiamo anche umorismo puro, (il Vostro esempio rimane insuperabile...)
sesso estremo, non solo etero, (ma va là...)
e ogni delirio di onniscienza. (Pari a quello esposto sino ad ora?).
Nonostante i nostri gusti siano piuttosto forti, manteniamo una certa predilezione per la buona scrittura.
(Per cui diversa da quella esposta sino ad ora).
Cerchiamo, quindi, autori capaci di sperimentare, di non porsi limiti, di scardinare ogni regola imposta dominando, però, sempre e comunque, lo strumento narrativo.
Ci piace ogni estremo a patto che abbia piena coscienza di sé.
La XXXXX propone e si propone testi caustici, sarcastici, turbativi, ironici, concettualmente forti e scomodi, deliranti nel contenuto ma non nella forma, capaci di insinuarsi nell’epidermide della cultura e della società attraverso sguardi inattesi, poco considerati. (Ve lo dico ora così poi non ne parliamo più: dovreste cambiare pusher, vi sta palesemente fregando).

I nostri autori non devono aver paura di osare. Questo è il solo punto insindacabile. Per il resto, potete inviarci di tutto: romanzi, raccolte di racconti, saggi, poesie, fumetti. Tutto ciò che, a vostro giudizio, si discosti di una spanna almeno dalla cautela del panorama editoriale italiano.

Bene, grazie.
Ho un amico che fa il tipografo. E' una persona perbene. Stampa tutto ciò che si discosta "di una spanna almeno dalla cautela del panorama editoriale italiano": depliant, cataloghi, opuscoli, brochure, biglietti da visita e molto altro.
Mantiene la famiglia e riesce a fare le vacanze. Possiede un'automobile confortevole ed ha una buona libreria. In tutti questi anni non l'ho mai sentito, dico mai, pronunciare parole come:
" deterritorializzato", "ecdemiche", "nichilismo ecumenico", la qual cosa gli ha sempre giovato.
Gentili Editori, Vi invito a spiare la sua serena operosità e farla Vostra. Vi invito a conoscere con quale decoro lessicale si rivolge ai propri clienti e farlo Vostro. Diventerà così facile anche per Voi ottenere i suoi eccellenti risultati, così come lo sarà aprire un ingrosso di carciofi su Marte. Luogo nel quale, essendo il nostro idioma sconosciuto, non trovereste ostacolo alcuno nell'espletare i Vostri progetti. Forse.

Non Vi manchino, comunque, i miei più distinti saluti.