giovedì 17 ottobre 2013

Gentili Editori


Gentili Editori,

ho letto con montante interesse i contenuti del sito della Vostra Casa Editrice. 
Di seguito riporto (in sintesi e solo l'eccellenza) quanto Vi pregiate di esporre. (A margine, le mie brevi  riflessioni).

Chi siamo
La XXXXX Edizioni nasce dall’incontro di XXXXX e XXXXX, incontro che c’era già stato alla nascita visto che siamo coetanei e cugini di sangue. (Bene; notizia gravida di senso ai fini editoriali. Rispettosi saluti agli zii).
L’incontro è tale perché dopo diverse esperienze lavorative, chi nel marketing e nella comunicazione, chi nel giornalismo e nel mondo editoriale, (di lavorare non se ne parla proprio vero?) e diverse dimore lungo l’intero stivale, (sfratti per morosità, immagino) entrambi decidiamo di fare quello che più ci piace: vivere dei e nei libri. (... come dei segnalibri, mi figuro la fatica).
La XXXXX si dà come vessillo da innalzare ( ... ) con tutte le derive che da esso possono scaturire: macchia epidermica, tumore in nuce, simbolo di fascino o di bruttezza, elemento nuovo, inatteso, fattore che altera e destabilizza. (Ma l'avete già detto agli zii?).

Siamo dell’idea che dietro ogni opera ci sia la voglia di dire, di raccontare, e, ancora prima, la voglia di pensare. (Pensiero molto originale, ma non inedito: nel Neolitico, ad esempio, i pitoti della Valcamonica, graffiti preistorici scolpiti dall'uomo sulle rocce, già esprimevano le voglie di cui sopra; poi il movente secolare della storia della scrittura, poco prima che ve ne accorgeste).

Da questo covo abbracceremo ogni vostro pensiero, lo valuteremo, ne sonderemo le possibilità, lo faremo nostro. (Una minaccia?).

La teoria del XXXXX.
L’assunto è:
la democrazia è un’utopia, dunque irrealizzabile nella sua pienezza.
(Mediocre assonanza nella prima parte del periodo, misterioso il senso della seconda: forse andavano utilizzate in documenti diversi).
Alla domanda E’ possibile raggiungerla, la risposta è No. Ma ci si può provare. (D'accordo, in questo caso un bianco fresco può aiutare).
Due gli elementi che la teoria considera:
1. la distanza che ci separa dal pieno raggiungimento della democrazia

2. la tensione che spinge verso questo obiettivo
(3. Di cosa si parla?).
Non c’è relazione proporzionale, certo è che laddove la tensione è maggiore, maggiore è la possibilità di approssimazione.
Tensione e distanza, dunque.
La teoria dice che è nell’espressione che la democrazia deve trovare la sua più approssimata realizzazione. Non libertà d’espressione, ma democrazia nell’espressione.
Superamento di ogni struttura, regola, forma o inganno che simulati minano l’approssimazione, infiacchiscono lo slancio. Superamento del canovaccio, annientamento del pensiero unico, messa a bando del politicamente corretto. (Bene, adesso si capisce).

Questo la teoria vuole. (Aridaje con 'sta teoria).
La teoria dice: messa a bando dell’irruzione del marketing nel tessuto stesso dell’espressione.
Perché:
lo scrittore è un esploratore
il lettore è un esploratore
lo scrittore è uno straniero
il lettore è uno straniero
lo scrittore è il popolo
il lettore è il popolo
(Alla solfa difettano alcune combinazioni:    il popolo è un esploratore
                                                                      un esploratore è uno straniero
                                                                      lo straniero è un popolo
e temo anche altre. Inserendo punti esclamativi ed interrogativi, risulta pure possibile moltiplicare la sequenza).

Il lettore non è un consumatore: è il contraddittorio vibrante alla pagina narrante. (Finalmente una rima!)
E’ il corpo entro cui gli elementi antitetici della significazione trovano la propria sintesi.
(Ci si riferisce, mi auguro, al ripieno nella gallina).
Che gli scrittori lo sappiano, perché sono gli eletti alla rappresentanza.
La teoria vuole che il lettore sia l’habitat del testo. Non il contrario.
Lo scrittore, l’eletta guida tibetana.
La teoria del XXXXX non cerca l’acquirente ma il lettore. (D'accordo, chi non ha mai rubato un libro?).
Un lettore che cerca la sorpresa non la conferma.
La teoria dice: esplosione e frammentazione di pensieri e teorie, di vissuti e narrazioni, di espressioni in contrapposizione ed antitesi. (Poi, la mattina seguente, digiuno).
La teoria vuole dissacrazione, ironia, cinismo, causticità.
La teoria vuole chirurgia. (Questa tenetela a mente da ripetere come un mantra all'anestesista quando sarà il momento).
Elogio dunque della periferia, del pensiero deterritorializzato, del demodè, del desueto.
(1 Allitterazione criptica e modesta. Lo scolastico: "il pietoso pastor pianse al suo pianto", del   Tasso - Gerusalemme liberata, VII, 16 - è decisamente meglio;
2 si scrive "démodé").

Tendere al riso, all’umorismo, per cogliere il dolore nelle sue periferie, non nei suoi centri controllati e controllabili. Elogio alle macchie endemiche, ecdemiche, congenite, acquisite, tumorali, vezzose, sull’epidermide dello scibile.
(E' possibile, ma con l'impegnativa del medico curante).
Questo la teoria vuole. (Aridaje con 'sta teoria).
La teoria del XXXXX dice a creatori e fruitori: i viaggi della mente hanno pari dignità dei viaggi del corpo: chiusi in casa o smarriti nel mondo, gli orizzonti non cambiano.
(A supporto della tesi, Cita dice a Tarzan: fuori capanna piove e io bagno, dentro asciutto, tu spiega me).

Questo è un buon passo verso la democrazia. (Può essere, nel dubbio non fatene altri).

Linea editoriale
CERCHIAMO OPERE VISCERALI, AMORALI, IRRIVERENTI, DISSACRANTI.
Puntiamo a raccogliere un ventaglio di idee provocatorio e caoticamente organico capace di approdare ad un’offerta editoriale che incarni il marasma universale. (Tipo il catalogo Postal Market?).
Predisposti verso il laicismo dispotico, il cattolicesimo morboso e tutti i fautori del nichilismo ecumenico, amiamo incondizionatamente chi è in grado di fare del disincanto contemporaneo un’arte dalle accezioni poetiche.
(C'era un mio amico che la pensava più o meno così: ha preso fuoco. D’improvviso, veramente. Era seduto alla scrivania e redigeva appunti sul tema di cui sopra. Chiesi: "dov'è Paolo?" "Avvolto dal fuoco" mi risposero).

Alla violenza ostentata, gratuita, conclamata preferiamo quella concettuale, meditata, intimistica.
Apprezziamo il coraggio, la volontà di mettersi in gioco totalmente e auspichiamo una letteratura priva di dettami e condizionamenti, di ipocrisie e riverenze, di tradizionalismi e prudenza.
Accettiamo anche umorismo puro, (il Vostro esempio rimane insuperabile...)
sesso estremo, non solo etero, (ma va là...)
e ogni delirio di onniscienza. (Pari a quello esposto sino ad ora?).
Nonostante i nostri gusti siano piuttosto forti, manteniamo una certa predilezione per la buona scrittura.
(Per cui diversa da quella esposta sino ad ora).
Cerchiamo, quindi, autori capaci di sperimentare, di non porsi limiti, di scardinare ogni regola imposta dominando, però, sempre e comunque, lo strumento narrativo.
Ci piace ogni estremo a patto che abbia piena coscienza di sé.
La XXXXX propone e si propone testi caustici, sarcastici, turbativi, ironici, concettualmente forti e scomodi, deliranti nel contenuto ma non nella forma, capaci di insinuarsi nell’epidermide della cultura e della società attraverso sguardi inattesi, poco considerati. (Ve lo dico ora così poi non ne parliamo più: dovreste cambiare pusher, vi sta palesemente fregando).

I nostri autori non devono aver paura di osare. Questo è il solo punto insindacabile. Per il resto, potete inviarci di tutto: romanzi, raccolte di racconti, saggi, poesie, fumetti. Tutto ciò che, a vostro giudizio, si discosti di una spanna almeno dalla cautela del panorama editoriale italiano.

Bene, grazie.
Ho un amico che fa il tipografo. E' una persona perbene. Stampa tutto ciò che si discosta "di una spanna almeno dalla cautela del panorama editoriale italiano": depliant, cataloghi, opuscoli, brochure, biglietti da visita e molto altro.
Mantiene la famiglia e riesce a fare le vacanze. Possiede un'automobile confortevole ed ha una buona libreria. In tutti questi anni non l'ho mai sentito, dico mai, pronunciare parole come:
" deterritorializzato", "ecdemiche", "nichilismo ecumenico", la qual cosa gli ha sempre giovato.
Gentili Editori, Vi invito a spiare la sua serena operosità e farla Vostra. Vi invito a conoscere con quale decoro lessicale si rivolge ai propri clienti e farlo Vostro. Diventerà così facile anche per Voi ottenere i suoi eccellenti risultati, così come lo sarà aprire un ingrosso di carciofi su Marte. Luogo nel quale, essendo il nostro idioma sconosciuto, non trovereste ostacolo alcuno nell'espletare i Vostri progetti. Forse.

Non Vi manchino, comunque, i miei più distinti saluti.

Nessun commento:

Posta un commento