Non
sarei in grado di sopravvivere dentro a una tormenta di neve per più di nove
minuti. E le vicende umane disperate?, quelle che lasciano solchi profondi e
inquietano l'animo consegnando però insegnamenti intensi e durevoli. Macché, ancora
mi irrito per una mancata precedenza sulla strada. Se è vero poi che attraverso
la lettura della poesia spengo l'arsura che deriva dall'aridità della
condizione umana e quasi mi pare persino di penetrare il mistero del vero me
stesso, o addirittura di una minima ragione universale, è anche vero che se al
mattino non inforco il calzino al primo colpo, mi si sporca la giornata. Persino
dei gialli avvincenti, con intrichi perfetti e snodi mozzafiato, per apprendere,
addestrare la capacità di analisi ed osservazione e mantenere acutezza nella
mente, sebbene poi, se mi levano la sedia da sotto il culo manco so chi è stato.
Resterebbe la purezza del regno animale, la sua essenziale, splendida innocenza,
per poter siglare almeno un patto con il creato, ma tutte le volte che il mio
cane fa la cacca, mi viene l'orticaria.
Volevo solo dire che leggo
tutti questi cazzo di libri da una vita e non ho imparato niente, proprio
niente. Se non azzeccare qualche congiuntivo quando serve. (Ma quando serve?)
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