mercoledì 27 luglio 2016



Non sarei in grado di sopravvivere dentro a una tormenta di neve per più di nove minuti. E le vicende umane disperate?, quelle che lasciano solchi profondi e inquietano l'animo consegnando però insegnamenti intensi e durevoli. Macché, ancora mi irrito per una mancata precedenza sulla strada. Se è vero poi che attraverso la lettura della poesia spengo l'arsura che deriva dall'aridità della condizione umana e quasi mi pare persino di penetrare il mistero del vero me stesso, o addirittura di una minima ragione universale, è anche vero che se al mattino non inforco il calzino al primo colpo, mi si sporca la giornata. Persino dei gialli avvincenti, con intrichi perfetti e snodi mozzafiato, per apprendere, addestrare la capacità di analisi ed osservazione e mantenere acutezza nella mente, sebbene poi, se mi levano la sedia da sotto il culo manco so chi è stato. Resterebbe la purezza del regno animale, la sua essenziale, splendida innocenza, per poter siglare almeno un patto con il creato, ma tutte le volte che il mio cane fa la cacca, mi viene l'orticaria.
Volevo solo dire che leggo tutti questi cazzo di libri da una vita e non ho imparato niente, proprio niente. Se non azzeccare qualche congiuntivo quando serve. (Ma quando serve?)

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