sabato 12 dicembre 2015

Finalmente mi corico e chiudo gli occhi. Ma quasi subito si affacciano dei pensieri che, non so per quale insana ragione, ritengo debbano essere annotati. Allora mi rialzo, accendo la luce, metto le ciabatte, cerco un pezzo di carta, una matita, mi appoggio ad uno scaffale e tento di riordinare la melma in forma scritta. ('na menata...)
Trascorsi meno di tre minuti, immancabilmente soccombo all’assenza di parole decenti ed al torpore che mi assale. Lascio perdere tutto, butto il foglio, depongo la matita, tolgo le ciabatte, spengo la luce e torno a dormire.
Poco dopo, la fregola del verbo mi ripiglia. Mi alzo di nuovo, riaccendo la luce eccetera... ('n'altra menata!)
Così le notti.
Poi un giorno, rovistando tra vecchi documenti, mi capita tra le mani la pagella della scuola elementare con inciso il giudizio di merito conclusivo: “...con appena sufficiente diligenza, propende, anzi, spicca per atteggiamenti dispersivi e inconcludenti”.

Placato, da allora ho ritrovato l’estasi del sonno, il nirvana della quiete. Finalmente mi corico e chiudo gli occhi.

Nessun commento:

Posta un commento