Si titola: "Cento ore l'anno perdute negli ingorghi. Una follia, un danno". Una follia, un danno?
Osservare l'umanità dal finestrino o dallo specchietto
retrovisore, ascoltare buona musica confortevolmente blindato al di fuori della
comunità: tempo sottratto a lodevoli attività umane? Del tipo? Quindici minuti
in un Consiglio di Amministrazione per cercare di fottere qualcuno? Sette, per
leggere l'ultimo (un altro), il migliore (ancora) esordio della narrativa
italiana di quest'anno?
Quattro passi in un bosco e chiunque incontri ti saluta?
Sversare cromo esavalente nelle rogge e nascondere la faccia in una cena?
Finire a martellate una volpe presa al laccio? Avvicinarsi al momento della
morte presso un Centro Commerciale?
Queste, le attitudini della specie. Siate quindi spesso
assenti, o comunque in ritardo, avrete meno colpe. E il clima automatico è un
gioia.
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